
Scienza della complessità cos’è e cosa ci insegna?
Il mondo è cambiato, sono state fatte scoperte che ci hanno portato al progresso ma non solo. L’approccio scientifico, che ad oggi riconosce e si sviluppa con la scienza della complessità, si è evoluto e con esso anche la collettività individuale, che vive ormai in un complesso sistema globale. Quest’ultima però non segue sempre il passo scientifico, a causa di molte forme di pensiero divergenti che si scontrano, ostacolando così il progresso. Viviamo infatti in una società tecnologica, che avanza e si evolve di giorno in giorno e dove ormai si parla anche di realtà virtuale. Grazie alla tecnologia e al mondo virtuale, il cambiamento sociale sta avvenendo molto velocemente, tanto che le generazioni cambiano a distanza di pochi anni. Tutto ciò non da molto tempo all’individuo di ambientarsi, adattarsi e sapersi muovere nella comunità, compromettendo il progresso che in molti casi non viene compreso e accettato.
Spesso infatti si creano grosse scissioni di pensiero tra gli individui, soprattutto nelle società più evolute che hanno a disposizione più mezzi di comunicazione. Questo avviene soprattutto con la sbagliata distribuzione di informazioni, che possono toccare anche le classi più povere e meno scolarizzate. Grazie alla tecnologia e soprattutto all’accesso ad internet, ormai di comune utilizzo anche per i ceti meno istruiti o istituzionalizzati, l’informazione è alla portata di tutti. Ma l’interpretazione di queste informazioni e le fonti, il più delle volte vengono concepite male, soprattutto se non si ha una buona predisposizione alla conoscenza o allo studio. Ciò significa che le masse vengono facilmente plasmate e manipolate da troppe informazioni (sia giuste che sbagliate o male interpretate), portando caos e incertezza tra le popolazioni.
Non dimentichiamo infatti che l’informazione non è conoscenza!
Cos’è la scienza della complessità
Dal punto di vista scientifico neurologico, sono state fatte scoperte grandiose a livello cerebrale con la mappatura del cervello, arrivando quasi a comprendere e descrivere cosa sia la coscienza e come funziona, ma non solo. Sono stati compresi molti comportamenti individuali e sociali, come si sviluppano le diverse forme di intelligenza e soprattutto, come funziona la nostra mente! La scienza della complessità riguarda anche il nostro modo di pensare e di comportarci. Ma cerchiamo di capire meglio questa pratica scientifica.
La teoria o scienza della complessità nasce in fisica moderna intorno all’ottocento. Si tratta di un approccio scientifico che abbandona il metodo classico lineare standardizzato, abbracciando una visione più realistica della realtà che studia gli eventi da più prospettive. Ovvero quando si studia un fenomeno (atmosferico, comportamentale, sociale … ), non si osserva più da un solo punto di vista scientifico, ma si abbracciano più materie (fisica, sociologia, matematica, psicologica, geologia e così via…). Si è notato infatti quanto il pianeta e gli esseri viventi che lo abitano, vengano influenzati da tanti fattori nello stesso tempo. Tutto è connesso e collegato ed è in questo che sta la complessità del mondo e della vita stessa.
Complesso
Significa intrecciare tante cose insieme in una sola unità e non significa complicato. Complesso è sinonimo di semplice, come la circolarità o la danza, che creano un movimento semplice ma attivato da tante parti complesse che li compongono.
Complicato
È invece qualcosa di scollegato e difficile da analizzare, perché non lineare. La creazione di un arnese formato da elementi completamente singoli e diversi, intrecciati e collegati per creare un meccanismo che li anima (ad esempio la creazione di un orologio), può essere qualcosa di complicato. Anche il ragionamento che porta alla creazione stessa può essere complicato. Mentre l’intuizione (la scintilla) che arriva all’idea e alla soluzione del meccanismo stesso, è invece qualcosa di semplice ma allo stesso tempo complesso. Semplice perché innato e istintivo. Complesso perché influenzato da prove ed errori, ragionamenti passati, esperienze vissute e conoscenze apprese nel tempo.
Effetto farfalla e scienza della complessità
Per spiegare un fenomeno atmosferico, non basta l’intervento di un metereologo, ma c’è bisogno anche di un fisico, un geologo e magari anche un matematico, in base al tipo di evento. Non basta una prospettiva, ma più visioni diverse che nel loro complesso offrono una spiegazione più corretta della realtà. Perché?… perché il l’universo, il pianeta e tutto ciò che ne fa parte, sono fenomeni complessi che insieme danno vita e forma alle cose. Ogni evento naturale, dal più semplice al più complesso, scatena delle conseguenze che possono influenzare l’intero ecosistema. Mai sentito parlare dell’“effetto farfalla”?
Con l’avvento dei computer, il matematico e metereologo Edward Norton Lorenz, scoprì il famoso “effetto farfalla”, ovvero l’idea che anche il piccolo e apparentemente insignificante evento, come il battito d’ali di una farfalla, possa scatenare grandi effetti collaterali.
Può il battito delle ali di una farfalla in Brasile scatenare un tornado in Texas?
Edward Norton Lorenz
Lorenz fece questa scoperta durante una delle simulazioni al computer delle previsioni meteorologiche, in cui notò che non sempre i cambiamenti atmosferici erano prevedibili. Infatti cambiando anche di poco i parametri iniziali, l’evoluzione del sistema, elaborata dal computer, si discostava nettamente dai risultati precedenti. Da qui nasce il concetto di equazione differenziale, quindi anche una modesta variazione dei dati in ingresso, si ripercuote sulla soluzione con un andamento esponenziale, potendo quindi alterare in modo determinante ogni previsione in funzione del tempo.
Per questo Lorentz è considerato il padre della teoria del caos deterministico.
Una teoria scientifica che spiega come un evento di grande portata possa essere innescato, nel lungo periodo, da cause insignificanti o trascurabili. Ad ogni azione corrisponde una reazione scatenata anche nel lungo periodo.
La scienza della complessità racchiude anche la teoria del caos deterministico. Infatti non è possibile riuscire effettivamente ad avere delle corrette e dettagliate previsioni future, perché ci sono troppi fattori che influenzano gli eventi. Anche nella vita quotidiana ogni scelta che facciamo influirà sul nostro futuro a lungo termine, ma non solo le nostre azioni. Anche la natura influisce sul nostro futuro, come ad esempio un’improvvisa catastrofe che distrugge i nostri progetti o traguardi raggiunti. Tutto è spesso imprevedibile e per comprendere la natura delle cose, degli eventi o le azioni degli individui, bisogna tenere conto di tutti i fattori che insieme influiscono, perché tutto è collegato.
Il pensiero complesso
La stessa identica cosa avviene con il nostro pensiero. Quando formuliamo ragionamenti, lo facciamo istintivamente mettendo in moto diversi fattori che vengono influenzati contemporaneamente da più elementi, come l’ambiente circostante, il nostro stato d’animo e l’esperienza vissuta. Infatti, un evento che ci capita oggi, involontariamente influenzerà il nostro comportamento o le nostre scelte future, anche a distanza di tempo.
Quando si arriva alla soluzione di un problema o alla formulazione di un’idea, scatta una scintilla. Quella scintilla è l’apice della creatività, chiamato momento AHA, in cui nella nostra mente si accende l’intuizione. A questo momento intuitivo, ci si arriva istintivamente dopo una serie di ragionamenti complessi e connessi tra loro da fattori ambientali, esperienze vissute, e conoscenze apprese nel breve e lungo termine. Si tratta del pensiero divergente che è lo specchio della scienza della complessità, visto che ha lo stesso identico approccio.
Leggendo i miei articoli sulla coscienza e la creatività potete ritrovare tutto questo.
Il cervello che crea e l’uomo che si evolve.
Anche il filosofo e sociologo Edgar Morin prende spunto dalla scienza della complessità, ideando 7 saperi utili alla società e al futuro sistema educativo. Secondo Edgar infatti, è importante cambiare metodo di studio soprattutto nelle scuole. Non si dovrebbero più studiate le materie singolarmente, ma piuttosto creare concetti che le prendono in considerazione tutte insieme. La storia è legata alla letteratura come la geografia, la scienza e così via. Ogni individuo ha un proprio bagaglio culturale, educativo e genetico che influisce sull’apprendimento. Per questo motivo, piuttosto che leggere, comprendere e ripetere a lezione, sarebbe più opportuno creare dibattiti che offrono scambio di prospettive e crescita intellettuale. Potete approfondire tutto questo nell’articolo che ho scritto a riguardo:
L’educazione futura e i sette saperi.
Conclusioni
Grazie alla scienza della complessità nata negli ultimi decenni, oggi sappiamo che il comportamento globale collettivo, delle molte parti che interagiscono fra loro, non può essere derivato in maniera semplice dallo studio dei singoli componenti. Ovvero il gran numero di elementi e la loro interazione, fa emergere comportamenti nuovi e interessanti.
Gli elementi che interagiscono nel collettivo, possono essere indipendenti (atomi o animali, uomini, creazioni come auto, palazzi e così via). Ma proprio il comportamento di ogni singolo elemento nel collettivo può scatenare eventi o fenomeni simili tra loro che influiscono su l’intero ecosistema, stravolgendo ogni probabile previsione.
Perciò ogni singolo elemento, nella più totale semplicità si muove, scatenando un complesso meccanismo di interazioni con gli altri elementi, che portano ad un continuo e costante cambiamento degli eventi futuri.
Con questa visione il mondo scientifico negli ultimi anni si è evoluto e continua a farlo.
Ma la società non sempre riesce ad essere al passo. Pochissime persone conoscono questo approccio scientifico, che è anche la visione della vita stessa. Non viene utilizzato nemmeno nelle scuole, dove si utilizza ancora un metodo antiquato e limitante, che non è mai cambiato da quando è nata l’istruzione pubblica e obbligatoria. Per questo motivo, la vera conoscenza e le basi per poterla assorbire è ancora accessibile a pochi nella società. Siamo forse tornati indietro nel tempo? O non siamo mai cresciuti veramente? Nessuna delle due… semplicemente il mondo è andato avanti, ma il sistema socio-politico non tiene il passo, lasciando indietro come sempre il popolo, al quale non vengono offerti tutti gli strumenti. A mio parere non credo ci sia una salda connessione tra progresso scientifico e gestione socio-politica. Entrambi vanno a due velocità completamente diverse.
Voi invece cosa ne pensate? Cosa sapete della scienza della complessità, ne avevate sentito parlare? Lasciate pure i vostri commenti ed approfondite con le letture e le conferenze che come sempre condivido qui sotto.
Grazie,
Lachiarasognante.
LIBRI CONSIGLIATI
Ecco le letture consigliate per approfondire l’argomento. A voi la scelta. Il primo offre un’approccio educativo alla società di oggi attraverso la complessità del pensiero individuale e del mondo stesso. Gli altri spiegano come le scoperte scientifiche si rapportano alla visione della vita complessa così com’è.
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