
Psicoanalisi come funziona e quando serve
Cos’è la psicoanalisi, come funziona e quando é utile nella vita? A molti fa paura andare dallo “strizza cervelli”, altri lo trovano inutile e altri ancora ne sono dipendenti. Molti altri ci provano e lasciano dopo qualche seduta, altri ancora ci vanno per anni ad intermittenza. Ma cos’è e come funziona la psicoanalisi? Cosa ci spinge a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta e quanto o quando può tornare utile nella vita, seguire un percorso di psicoterapia?
Cos’è e quando nasce la psicoanalisi
La psicoanalisi nasce a fine ottocento con gli studi del neurologo Sigmund Freud. Egli impiegó anni di pratica clinica nel suo studio privato a Vienna, lavorando essenzialmente alla cura delle nevrosi in particolare dell’isteria, malattia allora piuttosto diffusa e più grave di adesso. Freud diede una prima lettura delle nevrosi in chiave psicodinamica e gettò le basi della psicoanalisi.
Le malattie mentali secondo Freud, non andavano analizzate dal punto di vista anatomico e fisiologico, ma da fattori psicologici legati all’esperienza dell’individuo. Diventò così necessario per esso curare il paziente, non con metodi di idroterapia o elettroterapia (come si utilizzava ai tempi), ma conversandoci. Questa tecnica venne chiamata da Freud come la “cura del parlare”, la quale diede vita alla psicoterapia.
Le idee di Freud inizialmente non ebbero buona accoglienza e non acquistavano credito negli ambienti accademici. Freud fece carriera all’Università di Vienna fino a diventare professore ordinario nel 1920, ma come neurologo, non come psicanalista. Una svolta si ebbe nel 1909, quando G.Stanley Hall, figura di primo piano della psicologia accademica americana, invitò Freud a tenere una serie di lezioni sulla psicanalisi alla Clark University, a Worcester nel Massachusetts.
In realtà però le teorie di Freud non si apprestavano a conquistare la tradizione scientifica, ma più modestamente ci stavano mettendo piede, ci entravano in contatto. Le idee di Freud e dei suoi seguaci sono state riprese, ma anche rielaborate, mescolate ad altri di altre correnti e a volte inserite in ipotesi e modelli più complessi, da sottoporre a verifica sperimentale.
Ora che sappiamo come nasce la psicoanalisi, vediamo come funziona.
Come funziona la psicoanalisi
Psicoanalisi letteralmente significa: “indagine delle singole parti costitutive di quel che anima l’uomo”. La psicoanalisi funziona come mezzo per l’esplorazione dell’inconscio, ovvero della parte psichica non cosciente. Fa parte della branca della psicologia clinica.
Gli psicologi clinici diagnosticano e curano diversi problemi individuali, da quelli di adattamento a quelli emotivi. Ad esempio: cercano di individuare la ragione di forme di fobie, depressioni o altri disturbi e poi intervengono con terapie di tipo psicologico. Lavorano in diversi contesti, dalle cliniche universitarie ai centri per il trattamento di tossico dipendenti o di ex pazienti psichiatrici. Molti di loro lavorano come liberi professionisti.
Quindi lo scopo della psicoanalisi è quello di capire, comprendere e migliorare il comportamento. Ma come funziona in pratica la psicoanalisi? Si tratta di una psicoterapia, ovvero una pratica terapeutica che si fonda principalmente sul dialogo e non solo. Nasce come “cura del parlare”, così come la ideò Freud, ma si dirama in diverse forme di approccio clinico che nel tempo si sono moltiplicate. Possiamo distinguere perciò la psicoanalisi classica (che ripete grosso modo l’impostazione le tecniche di Freud) da altre varianti di psicoanalisi non-freudiane (che pur rispettando alcuni principi fondamentali, hanno assunto forme più diverse).
La psicoanalisi funziona come ascolto attivo da parte del terapeuta, che ha lo scopo di interpretare le cause dei disagi del paziente. Una volta ascoltata la storia psichica del paziente e ricostruite le dinamiche interiori, lo psicoanalista offre delle interpretazioni a riguardo. Dopodiché si cerca di lavorare sul miglioramento o la cura dei disagi che il paziente vive, attraverso metodi, pratiche o consigli che il terapeuta offre al paziente.
Perciò possiamo descrivere la psicoanalisi come un dialogo attivo tra paziente e terapeuta, che funziona come guida al miglioramento di certi atteggiamenti o cura di certi disturbi.
Quando é necessario andare in psicoanalisi e come funziona
Lo psicologo clinico interviene in caso di malattia mentale o quando perlomeno c’è sofferenza o sussistono problemi. Anche se tutto va bene, ha comunque il compito di prevenire i disagi e disturbi e di migliorare la qualità della vita. La salute non è semplice assenza di malattia, ma è una condizione positiva da costruire. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce la salute “uno stato di completo benessere fisico mentale e sociale e non soltanto l’assenza di malattia o di infermità”.
In base al tipo di malattia, disturbo o semplice disagio esistono diversi approcci di psicoterapia. Ogni psicologo o medico ha la sua specializzazione a riguardo. La terapia può essere: comportamentale, umanistico-esistenziale, cognitiva, di famiglia, di coppia, di gruppo e così via. Inoltre i metodi per affrontare la cura di certe problematiche interiori possono essere altrettanti: il metodo delle EMDR, il training autogeno, l’arte terapia, la musico terapia, ipnosi ed ipnoterapia e così via.
Insomma se parliamo di psicoterapia possiamo sfociare in tantissime forme di approccio clinico. La psicoanalisi, è una forma di psicoterapia che fa riferimento al metodo classico di dialogo ed interpretazione, che funziona come metodo introspettivo del paziente. Quest’ultimo, attraverso il racconto delle proprie esperienze e con l’aiuto dello psicanalista cerca di comprendere, analizzare ed affrontare i propri disagi.
La psicoanalisi non è solo per chi soffre di disturbi o malattie mentali specifici, ma per chiunque senta la necessità di aiuto. Ogni volta che passiamo un periodo difficile della nostra vita e non riusciamo da soli a venirne fuori, l’aiuto di uno psicoterapeuta può essere la soluzione.
Conclusioni
Che altro aggiungere? Possiamo trovare un terapeuta parlandone con il nostro medico di famiglia, o tramite un conoscente, o con qualche ricerca sul web. Il problema non è come trovare uno psicologo, qualora ne sentissimo la necessità, ma avere il coraggio di fissare il primo appuntamento e confidarci con lui di cose strettamente personali. Dare fiducia alla psicoanalisi e al terapeuta stesso. Portare a termine la terapia una volta iniziata, senza perdere fiducia nei risultati. Come tutte le cure ci vuole tempo, soprattutto se parliamo di disagi psicologici e perciò di lavoro introspettivo. Dovremo dedicare tempo all’analisi, poi alla comprensione ed infine si dovranno applicare i consigli dell’esperto, che ci guiderà nel percorso.
Come sempre parte tutto da noi, dalla nostra motivazione e dalla voglia di stare meglio, a maggior ragione se decidiamo noi stessi di iniziare un percorso di guarigione. Questo per quanto riguarda i disagi personali più semplici. Nei casi di malattie o disturbi più seri saranno i medici a dirci cosa fare e guidarci maggiormente.
Voi cosa ne pensate della psicoanalisi? Avete fiducia in questo approccio medico scientifico, se così vogliamo chiamarlo? Ad oggi ci sono ancora molti studi scientifici che disapprovano questa pratica ed altri che invece la sostengono… quale sarà il responso finale?… il tempo porterà le sue risposte. Intanto comprendere cos’è e come funziona la psicoanalisi può aiutarci ad avere un proprio parere a riguardo e perché no, magari anche provarla.
Grazie per la lettura,
Lachiarasognante.
LIBRI CONSIGLIATI:
Le letture consigliate ovviamente sono specifiche, i primi due libri riguardano l’approccio di Freud, mentre il terzo é scritto da Nardone, un attuale psicologo e psicoterapeuta italiano.
APPROFONDIMENTI:

