cara discriminazione
LETTERE APERTE

Cara DISCRIMINAZIONE ti scrivo

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Cara Discriminazione, la lettera aperta oggi è dedicata a te.

Solitamente scrivo alle mie emozioni, ma questa volta vado dritta alla causa e non all’effetto provocato. Questa volta l’effetto provocato non è singolo, sono troppe le emozioni a farmi visita. Sei tu la causa e sei talmente forte da creare un effetto devastante!

Cara Discriminazione sei un terremoto, una tempesta, uno tsunami, un tornado, un’alluvione, una pandemia. Tu sei paragonabile alla più devastante calamità che si possa vivere!

Arrivi con un gesto, una frase, un’azione, una legge o una notizia. Distruggi e devasti per poi lasciare dei traumi e delle ferite che non guariscono mai del tutto. Così ogni volta che subiamo un piccolo urto, quelle ferite sanguinano.

Ognuno di noi reagisce diversamente. Per ogni colpo anche il più debole arrivi tu  cara Discriminazione, che sei un treno “freccia bianca” contenente un’emozione per ogni vagone. Passi e se vuoi essere violenta fai sentire anche il fischio, così da smuovere ogni cellula del nostro corpo che trema incontrollatamente. C’è chi avverte di più la Rabbia al tuo passaggio, chi il Dolore, chi la Paura e così via.

Ma quando la tua tratta termina precisamente dove ci troviamo e ti fermi, avviene il caos.

Tutte le emozioni vorticosamente assalgono la persona, travolgendola. Istintivamente la reazione va in base al contesto, al carattere, al passato della persona colpita e anche all’emozione più pesante avvertita in quell’istante. Si risponde con Paura, Rabbia, violenza, Panico, immobilità, pianto, tremore incontrollato e tutto ciò che un trauma porta con sè. Questo ovviamente dipende molto dalla persona che colpisci e come la colpisci. In ogni caso di certo, non sei un bene per l’anima. A prescindere da tutti questi elementi, sei un cancro da estirpare per la società.

C’è chi addirittura si approfitta di te per trarne i propri vantaggi lavorativi, economici o legali e questo ti rende più forte, perchè vanifica le battaglie fatte dalle tue Vere vittime. Vittime che spesso sono considerate esagerate e ridicole nelle loro lotte ed è per questo che sei così potente.

Tu cara Discriminazione, non riguardi il singolo individuo ma le masse. Esse riguardano un insieme di tanti aspetti, vite ed episodi singoli, che quando vengono generalizzati perdono della loro importanza!

L’unione fa la forza è vero, ma quando si tratta di te mia cara Discriminazione, questa può essere autolesionista se non gestita bene. Ma come si fa a gestire l’etichetta che si da ad un genere di individui? Quando parliamo di colore della pelle, di sesso, di religione, di gente immigrata, di omosessualità e via dicendo, sei classificato come tale e a prescindere di chi sei davvero e come ragioni, vieni etichettato. Nello stesso gruppo di persone etichettate troviamo diversi individui. C’è chi lotta per i traumi e i disagi vissuti e diritti calpestati. Chi invece senza avere mai sofferto o subito danni, approfitta dei movimenti e delle lotte solo per avere maggiori oppurtunità. C’è chi giudica ridicoli coloro che lottano, perché non avendo vissuto gli stessi disagi non riescono a comprenderli.

Ogni massa che colpisci cara Discriminazione, ha internamente i suoi alleati e falsi alleati e questo ti nutre di energie per rimanere radicata nel tempo e nelle generazioni.

Ho iniziato a scrivere in prima persona, per poi passare volutamente in terza, perché tu non riguardi solo me. Tu cara Discriminazione riguardi la società! Sei parte del passato, del presente e purtroppo farai parte anche del futuro. Perché, siamo onesti, nella società ci sarà sempre una persona considerata diversa o più debole che viene giudicata.

Mi auguro che le varie classi discriminate vengano tutelate e rispettate diversamente nel tempo. Mi auguro che nonostante il passato e i soprusi subiti, queste classi, riescano a mantenere l’eleganza di essere obiettive e giuste nei loro stessi confronti e in quelli degli individui “giudicanti”. Spero che sempre più individui, non cadano nell’errore di considerare la persona che ci giudica “diverso” un nemico. Come spero che sempre più persone, non rischino di compiere quelle loro stesse azioni. Altrimenti sarà una guerra senza fine. Piuttosto tra persone si dovrebbe tentare di farsi comprendere e allo stesso tempo cercare di capire l’altro.

L’ascolto e la comprensione sono alla base di ogni compromesso.

Utopia? Forse, ma sai cara Discriminazione, come dicevo all’inizio tu sei paragonabile ad una calamità naturale. Non è facile prevenire il tuo arrivo ed è impossibile evitarlo, ma possiamo limitarlo, curarlo e rallentarlo.

Così, tornando a me e te… con la Speranza nel cuore, l’Accettazione in tasca e la resilienza sulle spalle, mi tutelo dai tuoi passaggi e dai tuoi arrivi. Convivo con i tuoi affronti e con diplomazia, fermezza, obiettività ed apprensione ti combatto e vado avanti.

Spesso da ragazzina ho desiderato essere un maschio. Mi hanno fatto sentire o credere limitata, disagiata perché femmina, dipendente dal maschio e non solo… Oggi sono fiera di essere la persona che sono, aldilà del sesso o di qualsiasi altra discriminazione che si possa vivere. 

Dedicato a chi almeno una volta nella vita si è sentito giudicato, diverso e difettoso solo perché è nato in un certo modo o in un certo contesto. A chi Davvero soffre o ha sofferto a causa di discriminazioni sociali.

Impara a conoscerti, impara a sapere chi sei e cosa vuoi nella vita e allora saprai difenderti e saprai rialzarti quando cadrai o ti faranno cadere. 

Guardatidentro e tutto il resto passa in secondo piano! Amati!

Lachiarasognante.

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